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Obiettivo: ridurre gli incidenti

di Veronica Brizzi


Le linee d'azione della Provincia per ridurre del 40 per cento il numero degli incidenti stradali entro il 2010

 

Più di ventimila incidenti stradali, quasi trentamila persone ferite e circa seimila morti. Sono i dati Istat per il 1998 in Italia, dati che comunque sottostimano il fenomeno circa del 30%. Numeri elevati di una tragedia innaturale. Di più. Statisticamente il maggior numero e la maggior gravità degli incidenti sono causati dalle condizioni ambientali di contesto, mentre abitualmente si attribuisce la colpa alla guida dei conducenti.
Nuovo svincolo a Castel Maggiore - Granarolo

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Ministero dei Lavori pubblici

Un momento della manifestazione "Vite a terra" - Portici giugno 2000Dalle analisi recenti emerge infatti che i comportamenti individuali trasgressivi sono distribuiti in modo omogeneo sul territorio: è il livello di rischio ad essere concentrato in situazioni territoriali e infrastrutturali specifiche. In alcuni sistemi stradali, in alcune provincie, in alcune città il rischio di morte è 10 volte più elevato che in altre. L’attuale numero di feriti e morti dunque non è affatto inevitabile. Queste affermazioni rivoluzionano l’approccio al problema della sicurezza stradale.
Da interventi di emergenza, le nuove azioni si strutturano ora su un programma interdisciplinare e continuativo, che preveda anche il monitoraggio e la verifica dei risultati ottenuti. Su questi principi si basa il primo Piano Nazionale sulla Sicurezza Stradale, proposto dal Ministero dei Lavori Pubblici, necessario anche per il grave ritardo in cui si trova l’Italia rispetto al resto d’Europa. Un livello di sicurezza stradale in linea con quello dei paesi europei più attenti, ridurrebbe della metà il numero attuale di morti per incidenti. Il piano agisce con politiche che interessano la rete infrastrutturale, il traffico e l’urbanistica, ma è finalizzato anche a creare una nuova cultura della sicurezza fra gli utenti della strada e a conciliare gli obiettivi di solidarietà sociale con quelli economici per ridurre drasticamente una ingente perdita di vite, ma anche di risorse.
Dal 1993, si legge nel sito del Ministero, il costo economico sostenuto dalla collettività per gli incidenti stradali è stato pari a 42 mila miliardi l’anno, spesi principalmente nel settore della sanità.
La situazione sulle nostre strade
A livello provinciale a Bologna nel 1998 sono stati cinquemila gli incidenti stradali, settemila i feriti e centoventi i morti. È stato rilevato inoltre che il maggior numero di vittime (il 63% dei morti e l’82% dei feriti) è causato da scontri sulla rete urbana e locale. Questi dati pongono in primo piano le Amministrazioni Locali che diventano attori primari nel raggiungere l’obiettivo posto dalla Commissione Europea per la Promozione della Sicurezza Stradale di ridurre entro il 2010 del 40% le attuali vittime per incidenti. Un traguardo che per l’Italia significherebbe far calare il numero delle vittime per incidenti stradali di 2700 morti e 110 mila feriti, diminuendo fino a 30 mila miliardi l’anno la spesa sostenuta (attualmente è di 54 mila miliardi annui).
“Per aggiustare una strada dissestata bastano due anni, per cambiare il pensiero delle persone servono intere generazioni. Cerchiamo di agire nel modo più efficace e veloce possibile per avere riscontri immediati, integrando sensibilizzazione e formazione con l’aspetto più facile, quello degli investimenti strutturali”. Così l’assessore alla viabilità della Provincia di Bologna Pamela Meier introduce il suo programma di adesione per la realizzazione del Pnss le cui linee guida sono state approvate lo scorso 29 marzo. Cinque tematiche dal target specifico - campagna di sensibilizzazione alla sicurezza stradale, messa in sicurezza delle infrastrutture stradali provinciali, interventi a favore dell’utenza debole, piano del traffico e della viabilità extraurbana, censimento del dissesto idrogeologico - per un intervento globale sul problema sicurezza. Su queste direttive sono stati costruiti i progetti pilota della Provincia di Bologna, ora in attesa del finanziamento, ma già approvati dalla Giunta, che ha anticipato i soldi per quelli in fase di realizzazione: “Anche se i progetti non ottenessero il finanziamento complessivo vorrei realizzarli e portarli avanti lo stesso”. Un programma ambizioso, da realizzare nel corso del mandato 1999-2004, in cui progetti più classici in linea con la precedente giunta, sono integrati da proposte innovative, che uniscono sicurezza e sostenibilità, come il riciclaggio dei materiali inerti nelle infrastrutture per diminuire l’uso di quelli naturali, o lo studio di strategie per ridurre l’impatto viario sulla fauna selvatica. “Occorre una sinergia fra il corridoio biologico e quello umano non per scontro ma per contatto…”: l’ottica del paesaggio che si adatta all’uomo viene così rovesciata a favore di azioni che valutano anche l’impatto ambientale.
La campagna di sensibilizzazione
Il tema degli incidenti stradali viene ancora oggi comunemente accettato come una fatalità. Rendere partecipe l’utenza stradale per ridarle un ruolo attivo è lo scopo della campagna di sensibilizzazione, che punta, anche con il coinvolgimento delle istituzioni, su piccole azioni per far passare grandi concetti: un concorso per le scuole medie superiori per sensibilizzare all’uso del casco, la manifestazione “vite a terra”, un manuale per la prevenzione degli incidenti per gli alunni delle elementari, gli insegnanti e i genitori, e soprattutto una mobilitazione collettiva per la sicurezza stradale in occasione dell’esodo di fine luglio.
La messa in sicurezza della rete stradale
Mirare ad una mobilità sicura e sostenibile significa anche individuare quei punti critici, indici di come sia soprattutto l’infrastruttura stradale la responsabile delle situazioni di pericolo. L’obiettivo è la messa in sicurezza della rete stradale, obiettivo preceduto da un’attenta documentazione e monitoraggio del territorio, dall’analisi dei rischi e dalla pubblicazione di un manuale sperimentale. La Provincia, nel suo ruolo di coordinamento, fornirà anche a tutti i Comuni le linee guida per la redazione e adozione del Piano Urbano del Traffico (Put) previsto dal codice della strada all’articolo 36.
Il censimento della viabilità minore
A livello locale i due terzi delle vittime sono pedoni, motociclisti e ciclisti, la componente più debole del traffico viario, soprattutto a causa dell’interferenza dei percorsi pedonali-ciclistici con quelli automobilistici. Coinvolgendo gli enti locali interessati, verranno monitorati i percorsi esistenti, ne verranno progettati di nuovi e alternativi, e con un’adeguata informazione, in particolare nelle scuole, verrà promosso l’uso della bicicletta. Il progetto prevede inoltre di ripristinare e riqualificare la viabilità minore, ossia le strade secondarie, anche come supporto alle richieste turistiche e naturalistiche, con un progetto di censimento e classificazione per tipologie specifiche. Un convegno di studio sul tema e la distribuzione di materiale informativo integreranno il progetto.
Piano del traffico della viabilità extraurbana
Punto centrale del Piano per la Sicurezza Stradale è il miglioramento della organizzazione del traffico e della rete infrastrutturale extraurbana. La Provincia di Bologna risponde con un piano immediato per i punti critici della circolazione, da rimuovere con adeguati potenziamenti della offerta di infrastrutture e dei servizi di trasporto pubblico collettivo. Il Piano del Traffico della Viabilità Extraurbana si pone dunque come strumento di coordinamento per ottenere un livello di sicurezza e sostenibilità più elevato, migliorando le condizioni di circolazione, della sosta e della sicurezza stradale, ma anche favorendo la riduzione dell’inquinamento acustico e atmosferico, il contenimento dei consumi energetici e il rispetto dei valori ambientali, attraverso il monitoraggio del traffico, la regolazione delle intersezioni stradali e lo studio del rapporto fra rete stradale e centri abitati.
Rilevazione dei dissesti idrogeologici che interessano la viabilità
Una alta percentuale della rete stradale provinciale vicina al territorio collinare o montano è interessata da numerosi dissesti, particolarmente rischiosi per la circolazione. Da tempo la Provincia interviene su questi fenomeni, agendo fino ad oggi più sull’effetto che sulla causa. Per poter operare a monte e individuare le priorità di intervento, si partirà dalla elaborazione di un catasto completo e informatizzato dei dissesti, in collaborazione con l’Assessorato all’Ambiente e all’Agricoltura, utilizzando l’ingegneria urbanistica come metodologia di intervento principale.