CONVEGNO NAZIONALE SICUREZZA STRADALE A MANTOVA 26 marzo 2004

INTERVENTO DI ALESSANDRO SBARBADA

Sono Alessandro Sbarbada dell’Associazione Provinciale dei Club degli Alcolisti in Trattamento di Mantova.

Ringrazio l’Amministrazione Provinciale di Mantova, ed in particolare l’Assessore Camocardi, per avermi cortesemente invitato, così come ringrazio di cuore per l’eccellente collaborazione che negli anni si è instaurata tra l’Associazione di cui faccio parte e l’Amministrazione della Provincia di Mantova.

 

Tutti voi sapete, lo avete scritto anche nelle pubblicazioni che ci avete consegnato oggi, che in Italia l’alcol è responsabile, a seconda dei vari studi, di una percentuale compresa tra il 30 e il 50 per cento degli incidenti stradali.

Purtroppo mi pare che questo dato oggi non venga preso molto sul serio dalle istituzioni.

 

Io mi aspettavo, in questo convegno sulla sicurezza stradale, durato circa sette ore, di sentire parlare di alcol e guida per il 30-50 per cento del tempo, per due o tre ore, visto che l’alcol è responsabile del 30-50 per cento degli incidenti stradali…

Invece se ne è accennato appena per qualche minuto in qualche intervento, ad esempio nel presentare l’esperienza di prevenzione di Modena, peraltro lodevolissima, dove alcune discoteche smetteranno di vendere superalcolici un’ora prima della chiusura, continuando però a vendere birra e vino ai ragazzi (compromesso che, naturalmente, vanifica del tutto il provvedimento, una birra media contiene più alcol di un bicchierino di grappa).

 

Ogni settimana al Club incontro persone che mi raccontano di avere guidato ubriache per decine di anni senza avere mai incontrato qualcuno che rilevasse la loro alcolemia.

Nei dati che ci avete presentato, si vede come, in provincia di Mantova, su una rilevazione di 1039 incidenti stradali (anno 2003) solo in 30 casi le forze dell’ordine hanno rilevato la guida in stato di ebbrezza: meno del 3 per cento ("STRADE PERICOLOSE" n° 6/2003, tabelle 24 e 26, pagina 34).

Addirittura l’ACI, alcuni anni fa, aveva affermato come, a livello nazionale, la guida in stato di ebbrezza era rilevata nel 1,9 per cento dei casi di incidenti stradali, a fronte di una situazione reale, ripeto, che vede l’alcol protagonista del 30-50 per cento dei sinistri.

Questo significa che oggi, in Italia, ogni quindici incidenti causati da guidatori in stato di ebbrezza, solo in un caso viene rilevato il tasso alcolico, e gli altri 14 allegri bevitori "la fanno franca" (almeno da questo punto di vista).

 

In poche parole, chi oggi in Italia si mette alla guida in stato di ebbrezza, se non ha incidenti ha la quasi certezza di non essere fermato e sottoposto a controllo, mentre se ha un incidente quattordici volte su quindici non viene comunque sottoposto al test dell’alcol.

Non ci si stupisca quindi dell’altissima incidenza dell’alcol nel determinare incidenti stradali.

 

Eppure, anche se non tutti lo sanno, l’entrata in vigore della legge 214 del 1 agosto 2003, articolo 5 (e relativa circolare ministeriale del 12 agosto 2003 contenente, in particolare all’allegato 2, le disposizioni operative), consente oggi di sottoporre al test dell’alcol tutti i conducenti (prima era possibile "solo in caso di fondato sospetto") e comunque "in ogni caso d’incidente".

 

Basterebbe rispettare le disposizioni che già ci sono.

Eppure questo non viene fatto, noi non riusciamo a capire perché.

 

Alessandro Sbarbada - Mantova

 


 

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